19 gennaio 1975 — Una copertina dell’Espresso


Quarantacinque anni fa il settimanale L’Espresso lanciava l’iniziativa referendaria per l’abrogazione degli articoli 545, 546, 547 e 548 del Codice Rocco (1930) che punivano la pratica dell’aborto.
Poche settimane dopo si costituivano i primi comitati referendari e il 15 aprile cominciava la raccolta delle firme.

Già nel 1972, il quotidiano Il Giorno aveva ipotizzato 3-4 milioni di aborti clandestini in Italia, per un giro d’affari stimato intorno ai 70 milioni di lire. Due anni più tardi, in un’intervista rilasciata alla giornalista Neera Fallaci (sorella di Oriana) del settimanale Oggi, la militante radicale Emma Bonino, allora ventiseienne, dichiarava di aver praticato personalmente 10.141 aborti clandestini, attraverso la tecnica del metodo Karman.

Volendo fare le cose ad arte si usa l’aspiratore elettrico a cui mediante un tubo si attacca la cannula Karman in plastica trasparente. Senonché l’aspiratore elettrico costa un mucchio di quattrini (mi pare 400.000 lire), a parte che pesa trasportarlo per fare aborti nelle case. Per risparmiare usiamo un’attrezzatura per l’aspirazione più rudimentale, ma che funziona benissimo lo stesso. Prima di tutto, occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori: da un buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce il gommino della pompa da bicicletta (con la valvola interna rovesciata per aspirare aria anziché immetterla); dal secondo buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce la cannula Karman; nel terzo buco si mette il manometro, per controllare la pressione che si crea nel vaso con la pompa.



Tra la fine del 1974 e l’inizio del 1975, le forze dell’ordine avevano fatto irruzione in numerose sedi del Centro di informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto (Cisa) — fondato nel 1973 per aiutare ad abortire gratuitamente donne incinte che non avevano la possibilità di pagare per un intervento all’estero —, arrestando medici, assistenti e personale infermieristico. In manette erano finiti, tra gli altri, gli esponenti radicali Marco Pannella, Adele Faccio, Roberto Cicciomessere e, dopo un periodo di latitanza, la stessa Bonino, costituitasi.



Per superare il Codice Rocco non si sarebbe dovuto fare ricorso al referendum. Ci avrebbe pensato la legge 194 del 22 maggio 1978.

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