Jonathan Eig – Muhammad Ali. La vita

«Sono l’America» dichiarerà con orgoglio. «Sono la parte che non volete riconoscere. Ma vi conviene abituarvi a me. Nero, sicuro di me, vanitoso; il mio nome, non il vostro; la mia religione, non la vostra; i miei obiettivi e solo i miei; vi conviene abituarvi a me».

Certe vite non finiscono mai di essere raccontate.
Jonathan Eig ce lo ricorda in questo monumentale ritratto di Muhammad Ali, «il più grande», l’atleta che meglio di ogni altro è riuscito a travalicare i confini dello sport per diventare un’icona politica e di costume. Un uomo la cui biografia ha già ispirato decine di libri, film, documentari e articoli, che hanno lasciato però la più elementare delle domande — chi era davvero Muhammad Ali? — ancora in attesa di una risposta.
Per prima cosa Ali è stato un pugile inarrivabile, capace di rivoluzionare la nobile arte e trasformare il ring nel palcoscenico del Bol’šoj; poi un umile seguace di Allah e un leader del Black Power, autoproclamatosi nemico pubblico numero uno dell’America bianca e reazionaria; e, suo malgrado, un attivista per i diritti civili, disposto a sacrificare i migliori anni della sua carriera per rimanere fedele a un principio. E ancora: un provocatore dalla rima baciata, un fedifrago ossessionato dal sesso, un avido altruista votato all’autodistruzione, «un fenomeno, uno stato d’animo, un’attitudine, una sfida alla democrazia e al decoro».
Attingendo a una mole impressionante di fonti, per buona parte inedite, Eig ripercorre le gesta dell’eroe con una dedizione commovente, senza risparmiargli nulla e riuscendo nell’intento di restituire al lettore, all’appassionato come al neofita, l’epopea di un uomo che è stato, prima di tutto, un inno alla bellezza della contraddizione umana.